martedì 17 marzo 2015

Album: Irene Grandi - "Un Vento Senza Nome"


"Un vento senza nome", il nuovo album di Irene Grandi, convince poco.
Le canzoni al suo interno, infatti, non sono incisive e, eccezion fatta per poche di queste, lasciano l'ascoltatore quasi indifferente.
Irene Grandi, tra le poche esponenti del pop italiano dall'anima rockeggiante, questa volta sembra aver appeso al chiodo questo spirito, regalando al suo pubblico una serie di brani lenti, a tratti piatti, risultando spesso poco credibile nell'interpretazione. 
A titolo di esempio "Un vento senza nome", il brano presentato allo scorso festival di Sanremo (e che dà il titolo all'album), nonostante l'atmosfera interessante, sembra non cominciare mai veramente.
Si distinguono soltanto tre pezzi: "A memoria", "C'est la vie" e "Stato di gratitudine". 
I primi due ("A memoria" e "C'est la vie") aprono l'album,  rendendo l'inizio del disco gradevole. Dalla traccia successiva, però, il registro cambia e, fino alla fine, è un susseguirsi di pezzi lenti e sottotono, ad eccezione di "Stato di gratitudine", la graffiante traccia numero 8, che è decisamente la più riuscita. 


"Un vento senza nome", the new Irene Grandi's album, is not so convincing.
The songs in fact, are not incisive and, except for a few of these, get the listeners almost indifferent.
Irene Grandi, one of the few Italian singers with a rocking soul, this time seems to have hung up this spirit, giving her audience a series of slow songs, some flat, and she is often not so credible in her interpretation.
For example, "Un vento senza nome", the song presented at the last Sanremo Festival (and title track), despite the interesting atmosphere, seems never really start.
Only three songs sound good: "A memoria", "C'est la vie" and "Stato di gratitudine"
The first two ("A memoria" and "C'est la vie") open the album, making pleasant the beginning of the disc. From the next track, however, the registry changes and, until the end, there is a succession of slow and subdued songs, with the exception of "Stato di gratitudine", the scratchy track number 8, which is the most convincing.

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